Ultimo giorno dell’appassionante avventura di Xtractor in Sudafrica, che si conclude davvero in grande stile: arriviamo all’Ambasciata d’Italia a Pretoria accompagnati da un’imponente scorta di poliziotti sudafricani in moto che ci fa sentire delle vere star! Grazie alla loro abilità, arriviamo puntualissimi al rinfresco gentilmente offerto dall’Ambasciatore e senza nemmeno aver causato troppo scompiglio al traffico della capitale.
Anche oggi giornata piena. Si comincia con una rapida sosta all’Italian Sporting Club, uno dei luoghi di aggregazione della comunità italiana a Johannesburg, che è attiva e numerosa. Giusto il tempo di onorare la memoria di Antonio Bianco, un Parà del Tuscania morto tragicamente a Pretoria nel 2015, ed è ora di ripartire. Il secondo appuntamento ci porta in una township appena fuori Pretoria ed è di nuovo Riccardo Bianchi ad accompagnarci.
Siamo arrivati a Johannesburg, il principale polo economico del paese e di tutto il continente. Qui la chiamano semplicemente Jo’burg, ma il nome in lingua zulu la rappresenta meglio: eGoli, il luogo dell’oro, un doppio riferimento ai giacimenti auriferi a cui deve le sue origini e alla ricchezza di oggi. Molti arrivano in questa megalopoli da 8 milioni di abitanti in cerca di fortuna, spesso senza trovarla e forse anche per questo il tasso di criminalità a Johannesburg è elevatissimo, tanto quanto il contrasto tra i quartieri eleganti, veramente lussuosi, e le aree più disagiate.
Gli ultimi giorni di Xtractor sono ricchissimi di soddisfazioni. Partiamo ancora una volta all'alba, sfidando una fitta nebbia gelata che per fortuna si dissolve prima che arriviamo a destinazione, il sobborgo nero di Sebokeng alle porte di Johannesburg. Il complesso scolastico di Kuthlo Tharo raccoglie cinque scuole, dalle elementari alle secondarie, per un totale di oltre mille allievi.
Il sole è tornato a splendere sulla manifestazione in assoluto più importante nel calendario della comunità dei farmer sudafricani: il Nampo, un'enorme fiera annuale di tutto ciò che ha a che fare con l'agricoltura e la campagna. Se avesse piovuto sarebbe stato un disastro, dato che questo evento si tiene all'aperto e attira decine di migliaia di persone da tutto il paese e dall'estero. Non potevamo mancare.
A metà maggio in Sudafrica è autunno inoltrato, lo sappiamo. Al Kruger non ce ne si accorgeva, ma qui a Balfour improvvisamente ce ne rendiamo conto. Siamo tornati sull'altopiano centrale e la quota si sente - ci troviamo ad oltre 1600 metri sul livello del mare.
Arriviamo alle porte di Pretoria, una delle tre capitali del Sudafica insieme a Cape Town e Bloemfontein. Oggi la sfioriamo soltanto, è semplicemente di strada. Torneremo tra una settimana per la conclusione ufficiale della nostra avventura, ma prima di chiudere definitivamente abbiamo molte cose da fare. Un'esperienza a cui avremmo rinunciato volentieri è il nostro primo controllo di polizia.
A Toitskraal, nella provincia del Limpopo, grazie ad Amref incontriamo l'altra faccia del Sudafrica agricolo, quella delle persone prevalentemente nere che la terra la coltivano senza possederla. È una comunità povera. Molti sono immigrati illegali provenienti da altri paesi africani che lavorano nei campi da braccianti per pochi soldi. L'orto che realizziamo per la comunità riprende un vecchio progetto abbandonato da più di vent'anni per mancanza di fondi.
Ieri sera, al consueto incontro con gli agricoltori della zona gentilmente organizzato in nostro onore dal dealer McCormick di Tzaneen, ci hanno invitato a un'esperienza davvero imperdibile che vale assolutamente un'alzataccia prima dell'alba. È ancora buio quando lasciamo la città, ancora addormentata. Poi il sole lentamente si alza sui campi ammantati di nebbia, sull'erba scintillante di rugiada ed è come se il sipario si aprisse sul palcoscenico della natura. I ranger aprono i cancelli e siamo circondati dai leoni.
Lasciamo il Kruger per arrampici per l'ultima volta sulle montagne :ritroviamo l'altopiano centrale, diretti verso Johannesburg e il traguardo della nostra grande avventura in trattore. Tornati quindi a climi più freschi e umidi, in virtù della quota, raggiungiamo Tzaneen, cittadina agricola al centro di una fertile, lussureggiante regione dal clima tropicale nota anche come "terra della nebbiolina d'argento" per le foschie che spesso ammantano le montagne circostanti.
Spesso in Sudafrica intorno ai grandi parchi si trovano riserve private che sono, in fondo, pezzetti di parco recintati in cui spesso è più facile vedere gli animali proprio grazie alle dimensioni più ridotte: per girare tutto il Kruger ci vogliono settimane. Siamo stati invitati a visitare proprio una di queste riserve, Thornybush, una delle più belle, e non ci lasciamo sfuggire l'occasione.
Nato nel lontano 1898, il Kruger vanta svariati primati: è il primo parco nazionale del Sudafrica, nonché il più grande (ma anche uno dei più grandi di tutti il continente). In effetti è gigantesco: con i suoi 350 km di lunghezza per 67 di larghezza abbraccia sei diversi ecosistemi, che spaziano dai boschi di acacie e sicomori del sud-ovest alla savana della regione centrale, più o meno dove ci troviamo noi.
È arrivato il momento che tutti aspettavamo. Siamo ormai a un passo dal famoso Kruger, il parco più grande e conosciuto del Sudafrica. Ma questa zona è celebre anche per ospitare alcuni dei paesaggi più spettacolari del paese, perché qui le montagne ancora una volta precipitano a picco su una savana appena ondulata, che in afrikaans chiamano lowveld. Ritroviamo i Drakensberg e il loro ripido Escarpment, che si estende in un grande arco lungo oltre 1000 km ad abbracciare l'altopiano centrale.
Entriamo nella provincia di Mpumalanga, una delle nove in cui è suddiviso il Sudafrica (alla fine del nostro viaggio le avremo visitate tutte tranne una, quella del Nord-Ovest). Risalendo verso nord siamo ormai nel pieno della regione subtropicale, lo si vede chiaramente dalla vegetazione lussureggiante e dalle grandi piantagioni che fiancheggiano la strada.
Oggi i nostri trattori tornano allo sterrato, tra rilievi arrotondati e grandi praterie verdeggianti dove le mucche pascolano serene. Lo scenario è quasi europeo e forse è per questo che una piccola comunità tedesca nata intorno a una missione religiosa ha messo radici proprio qui, alla metà dell'Ottocento...
Lasciamo Saint Lucia e l'oceano per dirigerci verso nord, alla volta del Kruger, superando ancora una volta le montagne che si innalzano a ridosso della costa per tornare sull'altopiano.
Il parco iSimangaliso si estende dal paese di Saint Lucia, a sud, fino alla frontiera con il Mozambico, a nord. È un'area sterminata e ricchissima di biodiversita, come abbiamo potuto constatare durante il safari nel parco di ieri. Ma anche Saint Lucia ha il suo asso nella manica, senza andare tanto lontano.
Saint Lucia, circa 300 km a nord est di Durban lungo la costa dell'Oceano Indiano, è un piccolo centro turistico molto amato in Sudafrica e possiamo capire perché. Tra la vegetazione tropicale, i fiori e i ritmi rilassati ha un'aria quasi caraibica, ma non è tutto.
Oggi levataccia di quelle che pesano: sveglia alle 5.30 e partenza alle 6 senza nemmeno il conforto di un caffè (troppo presto per fare colazione). È ancora buio e le pallide luci dei lampioni, che sono già sempre fiochi di loro, si perdono in una nebbia fredda. L'unica consolazione è che a questa latitudine viene chiaro presto e rapidamente.
Facciamo una rapida passata da Pietermaritzburg, che fu capitale di una repubblica boera di breve durata, la Natalia, successivamente incorporata come provincia dell'Unione del Sudafrica nel 1910, con il nome di KwaZulu-Natal.
Questa è la nostra ultima giornata pigra, in programma non ce ne sono altre. Ce la godiamo con le solite attività pacifiche e un po' svogliate, come sempre quando si ha poco da fare e anche quel poco pesa.
Allontanandosi dalle montagne, i rilievi si stemperato in morbide colline verdeggianti che si susseguono a migliaia fino alla costa. Anche oggi, come nei giorni scorsi, ci avventuriamo per strade sterrate che si snodano sinuose su e giù per le chine, tagliate tra grandi piantagioni di eucalipto e pini che sembrano uscite da una fiaba dei fratelli Grimm.
Abbiamo completato il giro dell'Escarpment, o meglio abbiamo raggiunto esattamente il punto in cui saremmo arrivati passando dal Lesotho: Underberg, graziosa località di villeggiatura ai piedi dei Drakensberg dove nel pomeriggio ci attende un incontro con il locale dealer McCormick e con la comunità dei farmer locali.
Continua anche oggi il nostro periplo dell'Escarpment, cioè delle ripide pendici dei Drakensberg, i Monti del Drago, che segnano il confine tra il piccolo regno indipendente del Lesotho e il Sudafrica e geologicamente sono residuo profondamente eroso dell'antico plateau africano.
Con una decisione un po' impulsiva condivisa dal team decidiamo di seguire le strade sterrate che corrono lungo il meraviglioso Escarpment, girando intorno al Lesotho invece di attraversarlo.
Posto fantastico quello dveve, per pura coincidenza, abbiamo pernottato! Ieri sera siamo arrivati al crepuscolo, seguendo una strada sterrata illuminata da un tramonto bellissimo che in un attimo si è spento, lasciando un cielo trapuntato di stelle.
Al distributore, che dopo due giorni è già diventato casa, c'è un fast food dove ormai ci conoscono perché ci siamo venuti per tutti i pasti. Oggi, ultima colazione, il personale ci sorprende con una canzone di addio e si riuniscono proprio tutti, anche quelli delle cucine.
Mattinata di grandissima soddisfazione, oggi. È domenica e finalmente abbiamo l'occasione di visitare una township, cioè un quartiere abitato da sudafricani neri.
Al risveglio il piccolo centro agricolo di Bothaville potrebbe essere un qualsiasi paese dell'Emilia o della Lomellina. Nebbia fitta come in Valpadana e colori quasi autunnali, poi la foschia si alza e sui grandi campi di mais torna a splendere il sole.
I nuovi driver che abbiamo imbarcato ieri oggi hanno il battesimo di fuoco. Colazione alle 6.15 e partenza al volo perché oggi il programma è serrato. Ci aspettano a Hoopsdtad per l'incontro con gli agricoltori locali alle 12 e sono150 chilometri. Ci sarà da correre.
Kimberley è da sempre sinonimo di diamanti: lo sfruttamento dei giacimenti da parte della De Beers, nella seconda metà dell'Ottocento, ne fece la città più grande della regione. All'epoca Kimberley era così ricca e progredita da essere la prima in Sudafrica a dotarsi di illuminazione stradale elettrica e la seconda al mondo.
Oggi tappa impegnativa che dal deserto (così ci dicono) ci porta gradualmente verso campagne meno aride e più popolate. Attraversiamo una zona di miniere e ce ne accorgiamo anche dai grandi camion carichi di minerali con cui dobbiamo condividere la strada, che oggi sarà per buona parte asfaltata.
Lasciamo Loch Maree sotto un sole smagliante che non è ancora riuscito ad asciugare le pozzanghere, ma ormai siamo abituati al fango. Oggi dovremmo inoltrarci nel profondo del Kalahari, la Grande Sete, terra di dune a perdita d’occhio e orizzonti infiniti.
La notte è stata un po' agitata, al campo nel profondo del Kalahari dove siamo alloggiati. All'ora di cena si scatena un temporale furibondo con lampi e cascate d'acqua che prosegue quasi fino all'alba.
Superato il fiume Orange ci si inoltra nel Kalahari vero, il territorio del tutto arido che i primi abitatori boscimani chiamavano "Grande Sete": questo dicono le guide.
Oggi giornata di riposo, nel senso che non si viaggia però ci diamo da fare lo stesso.Prima tappa sono le cascate di Agurabies, "luogo molto rumoroso" nella lingua delle popolazioni locali Khoe-san.
Siamo fortunati: un acquazzone nella notte ha tolto il grosso del fango. Ripartiamo per una tappa tutta di sterrato, sono oltre 280 km che per noi si traducono in 8-9 ore di viaggio. Siamo ormai al terzo giorno di Karoo, la solita pianura arida che grazie alle piogge degli ultimi giorni si presenta quasi verde punteggiata di fiorellini gialli.
La giornata comincia bene con una prima colazione enorme, persino più del solito. Ormai ci stiamo abituando a mangiare uova, pancetta e salsicce alle 7 di mattina, anche perché c'è sempre il rischio (molto concreto) di saltare il pranzo.
Se ieri c’era poco traffico sul nastro d’asfalto della strada, oggi non incontriamo praticamente nessuno. E la pianura semiarida che si estende a perdita d’occhio è altrettanto deserta. Neanche una pecora, nulla.
Oggi la giornata si snoda nel paesaggio tipico del Karoo, una pianura semi arida punteggiata da basse montagne fortemente erose che ricorda vagamente certi angoli del vecchio West.
Oggi comincia la lenta risalita verso nord che ci porterà attraverso la regione semiarida del Karoo e poi nel deserto del Kalahari. La giornata comincia bene, la strada è buona e c’è poco traffico.
Oggi bellissima giornata di relax nel comprensorio dell'Addo Elephant National Park, uno dei principali parchi del Sudafrica, nato nel 1932 per ospitare gli ultimi elefanti sopravvissuti allo sterminio ordinato dalle autorità per proteggere i raccolti dei contadini.
L'autunno è già finito e si ritorna all'estate. Oggi fa di nuovo bellissimo e l'umore è particolarmente alto perché oggi la tappa è breve e domani avremo un giorno di sosta da dedicare a uno dei parchi più belli del Sudafrica.
Oggi finalmente piove, una buona notizia per questa regione alle prese con la siccità ormai da qualche anno. E in questo la situazione non è cambiata di molto passando dalla provincia del Western Cape a quella dell'Eastern Cape.
Oudtshoorn sarà anche stata una cittadina prospera ai primi del novecento, ma oggi ha un aspetto un po’ scrostato e tanti ragazzini neri in giro a mendicare. Sono rimasti gli allevamenti di struzzi, grandi campi di tabacco e tanta campagna semi arida.
Il secondo giorno di viaggio comincia tra vigneti e paesaggi quasi mediterranei, che sembrerebbero famigliari se non fosse per i cartelli che avvertono di fare attenzione ai babbuini (un paio li abbiamo anche avvistati) e per il fatto che nei menu troviamo hamburger di kudu e bistecche di struzzo - niente male!
Oggi è il grande giorno: la nostra avventura in Sudafrica sta per partire. E la cominciamo nel migliore dei modi, con un brindisi (rigorosamente analcolico, che dobbiamo guidare) in una delle aziende agricole intorno a Cape Town.
Mancano pochi giorni alla partenza di Xtractor Around The World - Missione Sudafrica. Il team sta verificando tutti i materiali, dall'abbigliamento firmato Arma 1814, alle attrezzature tecniche fondamentali per affrontare il viaggio.
Avventurosi si nasce, trattoristi si diventa. Seguite con noi i primi passi dei novelli driver di Xtractor alle prese con i supertecnologici McCormick con cui dovremo percorrere 6.000 km attraverso il Sudafrica.
Xtractor Day, nella speciale cornice della Caserma Salvo D’Acquisto di Roma, l’Arma dei Carabinieri e lo staff di Xtractor annunciamo la prossima missione Aprile 2018. Destinazione Sudafrica.
Approfondimenti curiosità e tutti gli eventi in tempo reale della Missione Sudafrica
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