Robertson-Oudtshoorn

Il secondo giorno di viaggio comincia tra vigneti e paesaggi quasi mediterranei, che sembrerebbero famigliari se non fosse per i cartelli che avvertono di fare attenzione ai babbuini (un paio li abbiamo anche avvistati) e per il fatto che nei menu troviamo hamburger di kudu e bistecche di struzzo – niente male! Dalla pianura abbiamo raggiunto una linea di basse montagne rocciose attraversate da passi facili ma molto panoramici. I paesaggi sono sempre bellissimi e progressivamente più aridi. Per fortuna non c’è molto traffico e abbiamo anche la soddisfazione di incontrare un veicolo più lento di noi – giustizia divina, per una volta siamo noi a chiedere strada. Si tratta di una mototrebbia (una cugina dei nostri trattori!) molto vecchia che il proprietario sta riportando a casa per rimetterla a posto e rivenderla. È in viaggio da due giorni. Anche lui è vittima della siccità. Era allevatore, ma ha dovuto riciclarsi come meccanico per sbarcare il lunario e come lui tanti altri. L’agricoltura è una voce importante dell’economia sudafricana. Una discesa ripida ci porta giu nella piana ondulata del Piccolo Karoo, dove i cactus si alternano a campi coltivati e grandi allevamenti di struzzi. Siamo arrivati a Oudtshoorn, ottocentesca capitale delle pregiate piume che adornarono ventagli e cappellini delle signore della Belle Epoque. Filetto di gnu per cena?

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